Marsha Linehan
Raffaello Cortina, Milano, 2021
Traduzione di: Nidia Morra
Marsha Linehan non ha bisogno di presentazioni: è psicologa, ha un dottorato di ricerca in psicologia ed è un’affermata docente di psicologia negli Stati Uniti. È stata l’ideatrice di uno dei più efficaci metodi per la cura delle persone con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità, la DBT (Dialectical Behaviour Therapy, Terapia Dialettico-Comportamentale). Tuttavia, prima di diventare una delle psicologhe più affermate anche a livello internazionale, ha dovuto a sua volta attraversare una lunga e profonda sofferenza psichica. Come ricorda Allen Frances nella prefazione al volume, è stata ricoverata per più di due anni e sottoposta a tutti i trattamenti possibili, che non avevano alcun successo; inizialmente diagnosticata come schizofrenica, nel tempo il suo disturbo è stato inquadrato come Disturbo Borderline di Personalità. “Marsha ha trovato una via d’uscita dal suo inferno personale che le ha permesso di condurre gli altri fuori dal loro”.
Questa riflessione è fondamentale dal punto di vista diagnostico: bisogna sempre ricordare che la diagnosi è una categoria (o una descrizione del paziente) che viene applicata a una determinata persona in una determinata fase della sua vita, e quindi può modificarsi, migliorare, peggiorare e addirittura perdere di valore. Ciò che sembra incurabile, non sempre lo è. Marsha Linehan ne è un chiaro esempio: ha vissuto anni decisamente devastanti ma, ad un certo punto, ha trovato la forza e la motivazione per lottare e rialzarsi. E, successivamente, ha trovato la forza per raccontarsi e raccontare come fosse stato possibile arrivare alla formulazione di una terapia così efficace: perché lei stessa sapeva cosa si provasse, ne aveva una conoscenza talmente profonda e radicata che sapeva di cosa i pazienti avessero bisogno.
Questo libro ci porta all’interno del viaggio personale di Marsha Linehan e si apre con la descrizione del discorso che ha tenuto, nel 2011, presso l’Institute of Living, un istituto psichiatrico di Hartford, nel Connecticut. Alla fine del libro, si scopre che l’autrice aveva chiesto di tenere un discorso simile con pazienti ed ex-pazienti dell’Istituto che erano stati sottoposti alla DBT: benché fossero stati invitati all’evento ufficiale, non voleva che ascoltassero quelle parole per la prima volta in quella sede. Di fronte a loro, in un incontro privato, ha dichiarato: “Ho sviluppato questo trattamento per adempiere a un voto che avevo fatto quando ero molto giovane. E il posto in cui ho fatto quel voto era l’Institute of Living, perché mi trovavo qui come paziente – reparto a piano terra, quello ‘chiuso’, per tutto il tempo. Raramente ne potevo uscire. Sarei dovuta rimanere ricoverata solo per poche settimane, ma non sono uscita dall’istituto per due anni e un mese; quindi sono stata rinchiusa per un tempo molto lungo. Ero come siete voi adesso e guardate quello che sono diventata. Anche voi potete uscire dall’inferno. Potete arrivare dove sono io. Vi dico questo perché voglio che capiate quanta speranza potete avere e quanto sia importante che non vi arrendiate.” (Paragrafo: “L’incontro con gli ex-clienti della DBT”, Capitolo: “Rendo pubblica la mia storia: le vere origini della DBT”).
Perché leggere questo libro? A livello professionale, per ricordare sempre che per ogni paziente c’è speranza, anche quando pensiamo che non sia così (e riflettere su che cosa fare quando la perdiamo) e per ricordare il motivo per cui abbiamo scelto questo lavoro, spesso così impegnativo. A livello personale, per darci forza, per lavorare sulle nostre capacità di resilienza, per lottare sempre per quello in cui crediamo. Entrambi i livelli, quello personale e quello professionale, sono presenti in questo libro: è una lettura facile e scorrevole per i neofiti, utile alla riflessione per gli operatori della salute mentale più esperti, racconta lo sviluppo e le principali caratteristiche di una terapia (la DBT) ripetutamente sottoposta a prove di efficacia che è utile conoscere indipendentemente dalle caratteristiche specifiche della propria formazione.
Scheda di lettura a cura di Emma Francia (psicologa, psicodiagnosta)
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