Tre recenti iniziative che coniugano creatività imprenditoriale e progresso tecnologico mettono in evidenza dei nuovi paradigmi relazionali sui quali vale la pena di riflettere. Immaginiamo che siete uno dei tanti giovani cervelli in fuga dal nostro Paese e che i vostri genitori vi annunciano una visita. Il piacere di rivederli potrebbe essere accompagnato da un certa preoccupazione. Mettiamo che siete a Barcellona: “Ecco, adesso vorranno visitare la città! E adesso dove lo trovo il tempo per accompagnarli in giro. Mi sono ridotto all’ultimo e devo finire di scrivere il mio paper (oppure devo finire quell’esperimento, e così via…)”. Don’t worry! Abbiamo scoperto da una recente trasmissione televisiva che esiste un servizio di parent sitting. Per ora ha preso piede all’estero, ma è probabile che tra poco sarà disponibile anche da noi per genitori che devono far visita a quei figli che, per “migrazione interna”, vivono in un’altra città. Come funziona? Per un giusto compenso, un giovane autoctono accompagna – tour della città: musei, shopping, teatri – papà e/o mamma del figlio o della figlia superimpegnati. Soddisfazione di tutti. Eventuali problemi di comunicazione, data la possibile differenza di idiomi, si risolvono con un traduttore simultaneo condiviso da genitori e sitter.
Ancora in tv abbiamo visto il lancio di una App che permette di cercare film e serie sulle principali piattaforme di streaming e di poterli commentare durante la visione con altri utenti. L’App offre una versione “pubblica” che permette di concordare un giorno e un orario con un gruppo di amici per discutere con loro il film in diretta. C’è anche una versione “privata” che permette di invitare un numero ristretto di persone o, come ci piace pensare, un partner speciale: fidanzato/a, amante, amico/a del cuore, ecc. È l’intimità del buio di una sala cinematografica? Lo star seduti vicini? Ovviamente non ci sono, però è possibile fare proposte del tipo: “Vieni al cinema con me?” anche a una persona che vive a duemila chilometri di distanza o a nove ore di fuso orario.
Infine, sono stati esposti a Milano 115 “robotti”. Non i soliti robot, bensì macchine che svolgono un compito sociale: intrattenere, fare compagnia, sfruttando una comunicazione biunivoca con l’aiuto delle meraviglie dell’intelligenza artificiale. Un prodotto che nasce in Giappone ma che ha ormai varcato i confini del Paese del Sol Levante. Che fine faranno i nostri tradizionali animali da compagnia (soprattutto i cani, i gatti si fanno comunque i fatti loro), dotati certamente di tutte le irripetibili qualità di rappresentanti del mondo animale, ma forse non in grado di competere con le prestazioni di un cuore tecnologico?
Secondo voi queste manifestazioni (Edgar Morin le chiamerebbe “tecnoscienza”) minacciano la natura e la qualità degli scambi affettivi tra umani così come siamo abituati a concepirli? Deprimono o incrementano l’energia delle emozioni, dei sentimenti, delle relazioni? Per esempio, il figlio che paga un parent sitter per accompagnare babbo e mamma in giro per New York è più o meno affettuoso del figlio che sfida la disapprovazione del pragmatico boss americano e chiede qualche ora di permesso da trascorrere con i genitori in visita? E la decisione di guardare insieme un film, vicini ma lontani, e comunque ciascuno a casa propria (normative coronavirus a parte) ha uguali, maggiori o minori probabilità di trasformarsi in una romantic relationship rispetto al classico appuntamento al cinema con tanto di secchiello di popcorn?
Non abbiamo risposte. Ma molto abbiamo da riflettere e discutere circa i modi in cui oggi è possibile dare e ricevere affetto, vicinanza, interesse.
A cura della redazione
Per approfondire
Aron L. (2003 ), Menti che si incontrano. Tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2004.
Morin E. (1977), Il metodo. Tr. it. Feltrinelli, Milano, 1983.
Pagliacci D. (2019), L’Io nella distanza. Mimesis, Milano.
Turkle, S. (2011), Insieme ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri. Tr. it.Codice, Roma, 2012.
Turkle, S. (2016), La conversazione necessaria. La forza del dialogo nell’era digitale. Tr.it. Einaudi, Torino.